Il dipinto si presenta come un teatro grottesco e visionario, dove i grandi miti e simboli italiani del Novecento vengono decontestualizzati e ridotti a semplici “oggetti” in una bottega immaginaria.
Le cornici vuote disseminate nella scena, cifra ricorrente nel linguaggio di Avitabile, sottolineano la dimensione metapittorica: l’arte che riflette su se stessa, privata della sua sacralità, trasformata in contenitore pronto ad accogliere icone destinate al consumo.
I soggetti raffigurati (secondo la nostra interpretazione)
1. Pier Paolo Pasolini con la mano sul busto di Gesù e un quadro di Guttuso
Poeta, regista e intellettuale (1922–1975), Pasolini appare in una duplice relazione simbolica:
da un lato, poggia la mano sul capo di un Cristo scultoreo inscritto in un triangolo rosso, allusione al sacro e alla rivelazione, ma anche alla sua visione eretica e tragica del cristianesimo;
dall’altro, tiene in mano un dipinto di Renato Guttuso, pittore impegnato e realista, vicino al mondo politico e culturale della sinistra italiana.
Il gesto lega due universi – il sacro e l’arte politica – ma nel contesto del Rigattiere tutto appare destinato alla stessa sorte: diventare merce, oggetto svuotato, cimelio in un mercato caotico della memoria.
2. La donna nuda (Edwige Fenech)
L’attrice simbolo della commedia sexy italiana degli anni ’70, Edwige Fenech, incarna la bellezza erotica ed effimera.
Il suo corpo, messo al centro della scena, rappresenta la bellezza esposta e consumata, priva di intangibilità.
La seconda donna che le sistema i capelli la prepara come fosse un “manichino vivente”: la bellezza resa spettacolo confezionato, prodotto da guardare, desiderare e comprare.
3. Il Rigattiere (uomo con giacca verde e dente d’oro)
È la figura cardine dell’opera, colui che dà titolo al dipinto.
Con espressione sorniona, un dente d’oro scintillante e la mano posata in modo ambiguo tra le gambe (gesto di possesso e volgarità), rappresenta la volgarizzazione di ogni valore.
Il rigattiere raccoglie e rivende frammenti di corpi, simboli, ideologie e memorie: in lui si incarna la metafora della società dei consumi, capace di trasformare in merce persino ciò che un tempo era sacro o intoccabile.
4. Il busto di Mussolini
Alle spalle del rigattiere campeggia Benito Mussolini, ridotto a busto marmoreo.
Un tempo dittatore onnipotente, ora non è che una reliquia ingombrante, trasformata in oggetto da rigatteria.
Il potere totalitario stesso, che pretendeva di essere eterno, si rivela transitorio e destinato alla dissoluzione in cimelio storico.
Il Rigattiere è un’opera di straordinaria intensità simbolica, che unisce ironia e tragedia.
Pasolini (coscienza critica), Guttuso (arte politica), Fenech (bellezza erotica e popolare), Mussolini (il potere totalitario) e Cristo (il sacro) vengono accomunati dal destino di diventare merce nel banco del rigattiere.
Avitabile rappresenta così la condizione del Novecento italiano, in cui ogni mito e valore – religioso, politico, estetico o culturale – è destinato a essere svuotato, decontestualizzato e rivenduto.
Il quadro si fa dunque specchio amaro e lucido della società dei consumi, dove nulla è più sacro, eterno o intoccabile: tutto si accumula come in una bottega, frammenti di un secolo che finiscono nelle mani del rigattiere.
Codice: AAVIR18